AGLI ALTRI SERVI COME PERDENTE

Feb 25, 2021 | 3, consapevolezza, Donna, Futuro, Inconscio, Inconscio Manifesto, Quello che provi ora, Uomo | 0 commenti

QUANDO AGLI ALTRI SERVI COME PERDENTE

Sei illuso che chi ti circonda vuole il tuo successo, la tua ricchezza, la tua felicità.

Consciamente è così: a parole loro sono certi di volerlo, non sanno di far parte delle tue sconfitte perchè loro stessi ne hanno estremo bisogno.

Potresti pensare che succeda per invidia inconscia.

Ti illustro uno scenario plausibile.

In caso tu riuscissi a raggiungere i tuoi obiettivi, chi ti è vicino (genitori, parenti, amici di vecchia data, persino marito o moglie) potrebbe soffrire, inconsciamente, del fatto che gli hai dimostrato che si poteva fare, ma lui ha sempre pensato di no.

Quindi, riuscendo ad ottenere un certo livello di stabilità economica, costruendo relazioni sane, una famiglia in grado di crescere nel quotidiano e respirando felicità ogni giorno, potresti risultare ai suoi occhi come chi dice “Ti bastava darti da fare, ci saresti riuscito”.

Saresti, per lui, quindi, la causa di rimpianti e rimorsi, insopportabili fra l’altro.

Quindi, chi ti è accanto, ti preferisce come perdente.

Ebbene, questa spiegazione, seppur approfondita e credibile, non è sufficiente.

Sebbene spieghi una venatura dell’inconscio, non ne svela le infime pieghe, che nascondono ad arte i motivi per cui tu hai bisogno di avere intorno persone cui sei utile solo come perdente.

L’artista, quindi, sei sempre tu.

L’altro riflette le tue interiorità più inafferrabili, manifesta il tuo inconscio, con precisione millimetrica.

In che modo, quindi, ti vuole come perdente?

Se lui ti mostra sempre parti di te, significa che sei tu a volerti come perdente?

Si.

Sembra illogico, ma la tua realtà manifesta lo sta mostrando con impeto, quindi è così: ti vuoi perdente.

Come è possibile?

Procediamo con ordine.

Il tuo inconscio è progettato come una fotocamera: ciò che inquadra e fotografa rimane impresso in memoria, fino a quando non viene rimosso.

Il concetto di vincente, nella vita, deve quindi essere fotografato, per restare in memoria.

Il bambino, di per sè, è un vincente.

Conquista tutto ciò cui ambisce, impara a parlare, a camminare, a vestirsi, a soddisfare stupidi comandi impartiti lui da adulti ignoranti.

Lui, per natura, nasce vincente.

Purtroppo, però, deve la sua continuità all’attitudine degli adulti che più frequenta.

L’inconscio degli adulti che incontra è il suo terreno di indagine e conquista, perché gli forniscono tutto ciò che gli sembra essere utile per sopravvivere, considerato che loro adulti sembrano funzionare alla perfezione, ai suoi occhi.

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Il bambino vive nell’inconscio per gran parte dell’infanzia, si sposta gradualmente al ragionamento conscio avvicinandosi ai 14 anni.

Di lì in avanti inizierà un conflitto a fuoco fra ciò che per pura essenza vorrebbe esprimere per la vita e ciò che invece è stato costretto a sorbirsi come legge inconfutabile.

Acne e rivoluzione ormonale ci raccontano perfettamente questo periodo nel quale i pensieri iniziano a diventare strutturati e lottano con quelli ereditati e spesso conditi da paure inesistenti, inventate al solo scopo di indottrinarci ed impedirci di essere noi stessi.

Ci hanno resi soldatini.

Come puoi vedere, solo questo è sufficiente per dimostrare la prima sconfitta importante: la nostra essenza è stata battuta da una prima versione di chi DEVI essere, per accontentare gli altri.

Ne sono avvenute altre, in passato, ma a 14 anni inizi a ricordarle, la mente ha a disposizione una sua memoria che si struttura di giorno in giorno.

Come fai quindi, su queste basi, scoprire il sapore della vittoria?

Solitamente la spinta deriva dal dover dimostrare quanto vali.

Quindi, inconsciamente, da un messaggio recondito, installato in noi da qualcun altro, che dice che non vali abbastanza.

Quindi invece che trarre la spinta dalla sorgente del nostro sé, la traiamo dalla delusione subita.

Più la delusione è grande e più può essere forte la spinta.

Ma comunque, quella forza, prima o dopo si esaurirà.

Sulla base di questa verità avvengono la maggior parte dei matrimoni, la nascita di bambini, la scalata professionale, l’inizio di attività milionarie.

Il dramma, purtroppo, è che per anni tutto questo funziona, illude che sia la strada giusta, nonostante delusioni e segnali chiari apparsi sul percorso.

Invece di ascoltarli e di dar loro retta, abbiamo pensato che erano messi lì per vedere di che pasta eravamo fatti, perchè in tutto ciò che vale è fondamentale sacrificarci e sacrificare parti di noi.

Lo dice il manuale dell’uomo di successo, giusto?

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Persino i calciatori famosi dicono che hanno dovuto sacrificarsi per arrivare fino a lì, perchè è diventato un sacrificio scegliere il gioco che più piace, metterlo al centro e vivere di solo quello.

Non è una scelta, è un sacrificio.Fa figo, quindi.Giusto che ci siano ostacoli, grazie agli ostacoli si cresce.Vero.Ma non sempre vero.

Questo avviene perchè gli ostacoli sono dentro di te.

Gli ostacoli fanno parte della tua incertezza.

Ripensa alle volte in cui hai perso o le cose non sono andate esattamente come pensavi all’inizio: una parte di te lo sapeva che sarebbe andata così, forse hai mollato ancora prima di cominciare o forse hai fatto in modo che andasse male gradualmente.

La tua verità profonda era quella dello sconfitto.

Quindi non puoi far altro che avere attorno persone che ti tengono lì, perchè è la tua zona di comfort, ritornare al punto di partenza per crogiolarti nel tuo vittimismo interiore e poter dire che per lo meno ci avevi provato.La tua famiglia di origine, fra l’altro, ha smesso di rivoluzionare la sua vita molto presto, spesso dopo aver fatto i figli hanno smesso di chiedere dalla vita, quindi tu non hai alcun appiglio, nessun esempio che possa mostrarti come si va oltre, perchè didatticamente loro non sanno come si fa, possono solo accettare la tua sconfitta.

Se dovessi chiedere a loro di fare qualche passo, ti risponderebbero che oramai hanno gia fatto la loro vita.Purtroppo è la stessa risposta che ci avrebbero dato anni addietro, perchè oggettivamente la loro vita è finita anni addietro, quando hanno smesso di ambire a migliorarsi, a diventare il giorno dopo un po’ più fieri di sè.
Quindi tu che ti trovi a voler vincere te stesso e a scrivere pagine entusiasmanti, della tua storia, non sai da che parte cominciare, perchè i tuoi punti di riferimento hanno deciso di puntare verso il basso e non alzare più lo sguardo.

Attenzione, ho fatto l’esempio dei genitori ma vale per qualsiasi persona tu abbia scelto come punto di riferimento, da sempre.Ti serve, quindi, decidere di essere l’eletto, come diceva l’oracolo a Neo in Matrix.

Nel tuo gruppo di persone tu sei l’eletto.

Che ti piaccia o no è così.

Sei colui che scrive una nuova storia nella stirpe di quella famiglia.
Se leggi queste parole, sei tu per certo.
Dovrai scrivere tutto da capo, partendo da te e non più da reazioni causate dalle resistenze dell’infanzia o dalle sconfitte dei tuoi genitori.
Sei tu il centro di tutto, ora, da questo momento sei tu a poter perdere o a poter vincere.
Non ci sono più scuse, ti ho svelato ciò che c’è dietro, ti ho smontato le responsabilità altrui, ho consegnato a te la più utile verità: sei tu l’eletto.

Tu devi riscrivere tutto.

Come piace a te.
Come vuoi tu.
Come è profondamente giusto per te.
A quel punto, se gli altri ti vorranno perdente, tu resterai vincente.

Tu resterai vincente

A loro dovrà andare bene così.

Perchè andrà bene a te.

Stefano Scialpi

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